Intervista a Benedetto della Vedova: sulla cannabis i proibizionisti non hanno argomenti

di Valentina Stella (Il Dubbio News 26 luglio 2016) 
Tutto rimandato a settembre: il voto per la proposta di legge per la legalizzazione della coltivazione, della lavorazione e della vendita della cannabis e dei suoi derivati avverrà probabilmente alle porte dell'autunno,  quando ritornerà all'esame delle Commissioni riunite Giustizia e Affari Sociali per l'esame dei circa 1700 emendamenti presentati in gran parte dagli alfaniani di Area Popolare. Infatti si è giunti ieri nell'Aula della Camera dei Deputati senza che le Commissioni stesse abbiano dato mandato al relatore di esporre i contenuti della proposta di legge a prima firma Giachetti e redatta dall'intergruppo parlamentare 'cannabis legale', composto da oltre 200 tra deputati e senatori di diversi schieramenti politici, e voluto fortemente dal sottosegretario agli Esteri e senatore Benedetto della Vedova che abbiamo intervistato a margine della prima discussione in Aula.
Come si vince una battaglia politica così difficile? Qualcuno sostiene che non si avranno mai i numeri per l'approvazione.
L'aritmetica non è una opinione. Sappiamo che alla Camera occorre la maggioranza dei parlamentari più uno, quindi 316; noi partiamo già da 221 e quindi non è impossibile raggiungere l'obiettivo. Certo è una partita aperta, il nostro scopo è di arrivare al voto con una ottantina di parlamentari che non hanno ancora firmato ma che sono pronti a farlo da qui a settembre.
Chi è che non vuole questa legge e perché?
Non vuole la legge chi ritiene che sarebbe un messaggio sbagliato e che ci sarebbero rischi. Ma lo status quo significa un consumo di massa che non diminuisce nonostante tutti gli sforzi repressivi e che viene gestito da un mercato criminale, dalla produzione fino alla vendita al dettaglio. A differenza  delle ragioni degli antiproibizionisti  - dalle iniziative di Marco Pannella negli anni '70 e poi le disobbedienze civili del '95 a cui partecipai insieme a lui, fui arrestato, processato e condannato in via definitiva -  le ragioni dei proibizionisti sono un po' evaporate perché il mercato non diminuisce e su di esso non c'è alcun controllo.
Secondo l'onorevole Binetti  la proposta di legge sarebbe in contrasto con l'art 32 della Costituzione (tutela del diritto alla salute) perché la cannabis provoca eventi avversi sugli individui che l'assumono e soprattutto danni neurologici sui ragazzi. Come replica?
Rispondo all'onorevole Binetti dicendo che difendere la situazione attuale significa difendere il consumo che oggi, nel regime proibizionista, i giovani fanno di una cannabis che nessuno controlla. In un regime di legalizzazione e ferrea regolamentazione, come proponiamo noi, sarà più credibile anche il contrasto al consumo da parte dei giovanissimi. E noi abbiamo scritto che una parte dei soldi che arriveranno dalla tassazione della cannabis dovrà essere destinata a campagne di informazione e dissuasione dall'uso di tutte le sostanze, compresa la cannabis.
Come giudica l'argomentazione contraria all'approvazione del magistrato Gratteri per il quale il guadagno che si sottrarrebbe alle mafie sarebbe ridicolo?
La Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo ha una visione invece diversa: la legalizzazione darebbe un colpo alle mafie, libererebbe anche risorse di polizia per contrare reati di gravissimo allarme sociale. Gratteri dice però anche che se fosse per lui proibirebbe anche alcol e tabacco; quindi secondo me sbaglia ma a suo modo è coerente.  
Gianni Alemanno ha twittato: "L'Europa è sotto l'attacco del terrorismo e cosa fa il Parlamento italiano? Discute di #cannabislegale Loro sparano noi ci facciamo le canne". Perché il Parlamento deve occuparsi di questa legge?
Alle battute di Alemanno non rispondo. Credo che l'Europa sarebbe un posto più sicuro se tutte le forze di polizia e i magistrati oggi impegnati  - parlo di decine di migliaia di persone - a reprimere e contrastare il traffico e il consumo di cannabis, potessero rivolgere la loro attenzione al contrasto di altri tipi di reati legati alla criminalità e al terrorismo.
Lei nella conferenza stampa che ha preceduto ieri la discussione in Aula ha dichiarato "questo provvedimento non riguarda il Governo e la maggioranza. Ed è bene che resti così". Cosa intendeva?
Che è una legge di iniziativa parlamentare e tale deve rimanere. Non c'entra il Governo, non c'entra la maggioranza, quindi se Alleanza popolare vuole invece metterli in mezzo credo che sia sbagliato.
Antonio Polito sull'inserto Sette del Corriere della Sera ha scritto, riprendendo anche il pensiero di qualche deputato che è intervenuto ieri alla Camera,  che in questa legge si "mescola un po' superficialmente, e anche un po' per approfittare della pressione delle associazioni dei malati, l'uso della marijuana a scopo ludico e quello a scopo terapeutico. Si tratta di un errore essendo materie molto diverse". Come commenta?
Ai colleghi parlamentari che oggi si scoprono tutti a favore della marijuana terapeutica rispondo che mi fa molto piacere. Se erano così convinti della necessità di un intervento per rendere effettivo il diritto all'uso della marijuana terapeutica, nessuno glielo ha impedito nel corso della legislatura. All'obiezione di Antonio Polito rispondo che noi abbiamo un disegno di legge che punta alla legalizzazione e regolamentazione della cannabis e dei suoi derivati in cui abbiamo inserito anche una parte che punta a rendere il diritto alla cannabis terapeutica un diritto effettivamente praticabile per i malati. E comunque una sovrapposizione tra i due usi della cannabis in parte c'è, come dimostrano le esperienze in altri Paesi. Credo che noi abbiamo trovato un buon equilibrio nella nostra proposta.
Crede che questa legge sia la migliore possibile o è perfettibile?
Credo che questo sia un testo decisamente buono. Poi se qualcuno propone di migliorarlo siamo tutti quanti interessati a migliorarlo ulteriormente. A noi interessa l'obiettivo, non rivendicare a prescindere un testo.
Quanto è necessaria una adeguata informazione, soprattutto televisiva, sull'argomento anche in vista del voto di settembre?
Credo che sia fondamentale e mi auguro che ci sia.
Lei ha sottoscritto la proposta di legge di iniziativa popolare presentata da Radicali Italiani e Associazione Luca Coscioni sempre a favore della legalizzazione della cannabis?

Sono iniziative convergenti, come la sensibilizzazione che sul tema della marijuana terapeutica sta facendo Rita Bernardini, che servono fuori dal Parlamento per rendere più efficace la nostra azione parlamentare. 

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