«Il Pd è in pezzi: Renzi fa ciò che vuole e la minoranza dem è troppo docile»

di Valentina Stella (Il Dubbio 16/09/2016)

Oggi Pippo Civati, Segretario di Possibile, sbarca a Salerno per la settima edizione di Politicamp. E ha qualcosa da dire al suo ex partito, il Pd
Onorevole il Pd esiste ancora?Il Pd ha rinviato un confronto interno vero e limpido e ora arriva diviso al referendum su una riforma che avevano votato praticamente tutti. Molti di coloro che dicono no (e meno male) avevano votato sì in aula. È questo testimonia che le occasioni di dialogo e di una dialettica politica seria le ha perse il Governo ma anche la minoranza interna, troppo accondiscendente con Renzi finora per essere credibile e per essere sponda del dissenso.
Bersani non farà campagna per il NoE' un modo di convivere in un partito in cui tutto il gruppo dirigente è per il sì. Ricordiamo poi che Bersani e i suoi votarono sì in Parlamento: capisco l'imbarazzo, diciamo.
Perché vota No alla riforma costituzionale?Ci volevano misure più precise, razionali, coerenti tra loro, soprattutto sul tema della semplificazione, della leggibilità dei processi democratici. È una grande occasione persa: una riforma condivisa solo da Pd e amici di Renzi, che stanno tutti a destra. Nessun coinvolgimento vero delle forze critiche, dentro e fuori la maggioranza. Una prepotenza inutile e molto poco costituzionale.
Come mai Renzi apre alle modifiche della legge elettorale? 
La smentita degli slogan di due interi anni: la legge che tutti ci invidiano, la panacea, la genialata. In realtà non era così. E il fatto che il Governo riapra la discussione su una legge appena votata, mai adottata (non ci sono state elezioni di mezzo), ha dell'incredibile.
Il premier ripete che chi vota No salva tutte le poltrone della politica? Vuole i voti grillini?Si qualifica da solo. La verità è che mentre la riforma di Berlusconi (di dieci anni fa) lo diceva sinceramente, questa riforma non lo dice ma in gran parte lo fa: i poteri del premier non cambiano direttamente e esplicitamente, ma la torsione del sistema politico istituzionale a suo favore (suo nel senso di qualsiasi premier) è evidente e riconosciuta dagli stessi sostenitori.
Con la crisi dei pentastellati chi è in grado di rappresentare un'alternativa credibile a Renzi?Dobbiamo costruirla, prima nella società e poi in Parlamento. Si può fare, ma deve essere una sfida alta, non banalmente polemica con l'esistente, capace di progettare un futuro per l'Italia con soluzioni inedite, chiare e condivise con i cittadini. Nel segno dell'uguaglianza: Renzi ha tolto le tasse sulla casa a chi sta bene, ha dato bonus su bonus anche ai figli di chi sta bene, ha introdotto gli 80 euro che sono andati in buona parte a famiglie che stavano molto meglio di altre, facendo saltare la progressività. Ha premiato le imprese senza selezionare gli interventi. Non ha cambiato la spesa pubblica orientandola verso investimenti di nuovo tipo: si parla ancora di grandi opere...

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