La Rai mandi in onda il docufilm sul fine pena mai

Il 4 novembre, l'associazione radicale Nessuno tocchi Caino ha presentato il docu-film di Ambrogio Crespi Spes contra spem – Liberi dentro nel Teatro del Carcere di Rebibbia. Tra gli ospiti il sottosegretario alla Giustizia Gennaro Migliore, il Capo di Gabinetto del Ministero della Giustizia Giovanni Melillo, il Capo del Dap Santi Consolo, il direttore del carcere Mauro Mariani e il regista Ambrogio Crespi. Il docu-film, già presentato sempre alla presenza del ministro Orlando alla 73^ Mostra d'Arte internazionale cinematografica di Venezia e proiettato alla Festa del Cinema di Roma, è frutto del dialogo e della riflessione comune di detenuti e operatori penitenziari della Casa di Reclusione di Opera sul tema dell'ergastolo ostativo, sul "fine pena mai". L'onorevole del Pd Michele Anzaldi, membro della Commissione di Vigilanza Rai, qualche giorno fa ha rivolto un appello al Presidente della Rai Monica Maggioni, chiedendo di mandare in onda il docu-film. Nel frattempo i radicali hanno organizzato una conferenza stampa davanti alla sede Rai di Viale Mazzini dal titolo: "Se il servizio pubblico non vuole ascoltare il Partito Radicale, il Partito Radicale va a parlare al servizio pubblico".


Onorevole ha ricevuto qualche risposta?Sì, la presidente Maggioni mi ha risposto che la Rai sarebbe entrata in contatto con la produzione per valutare la possibilità di valorizzare il docufilm. La messa in onda sarebbe certamente una scelta in linea con le prerogative del servizio pubblico.
Come mai il tema delle carceri riceve così tanta disattenzione da parte del servizio pubblico della Rai e della stampa in generale?Forse perché viene ritenuto, a torto, lontano dall'interesse dei cittadini. In realtà i temi della sicurezza e della giustizia, come anche della lotta alla criminalità organizzata, sono continuamente all'ordine del giorno, nell'agenda del nostro Paese, e la questione carceraria ci rientra pienamente. E' giusto che i cittadini, in particolare coloro che pagano il canone, possano essere informati in maniera approfondita anche sul'espiazione della pena, sui percorsi rieducativi, sul trattamento dei detenuti.
Se la Rai non lo manderà in onda farà lo stesso appello alle altre reti?L'appello che ho lanciato nei giorni scorsi era già rivolto a tutte le tv. Se la Rai dovesse tardare a dare delle risposte, mi auguro che altre emittenti vogliano mettere a disposizione i propri spazi per un docufilm che tutti gli italiani dovrebbero poter vedere. (Di Valentina Stella per il Dubbio 5 novembre 2016)

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