Sergio D'Elia: "per la prima volta la scritta amnistia a Piazza San Pietro"

di Valentina Stella (Il Dubbio 08/11/2016)

Anche le bandiere di Nessuno Tocchi Caino hanno colorato il cielo grigio di Roma domenica scorsa, durante la IV Marcia per l'Amnistia organizzata dal Partito radicale. Per fare un bilancio della manifestazione abbiamo incontrato Sergio D'Elia, segretario dell'associazione radicale, impegnata per l'abolizione della pena di morte nel mondo.  Che bilancio si può fare della IV Marcia per l'Amnistia che domenica ha attraversato Roma? Per la prima volta, uno striscione del Partito Radicale con la parola “amnistia” è stato accolto a Piazza San Pietro dove abbiamo potuto ascoltare le parole di Papa Francesco sul carcere e il senso della pena, in perfetta sintonia o “stereofonia” – come ha titolato alla vigilia della Marcia il quotidiano dei Vescovi – con quelle dei Radicali di Marco Pannella. La Marcia è stata un “successo”, anche nel senso di un fatto che è accaduto e non era facile accadesse, ma che ha bisogno di ulteriori fatti da creare per dare continuità alla lotta per gli obiettivi della Marcia. Tant’è che Rita Bernardini, Maurizio Bolognetti, Irene Testa e Paola Di Folco hanno subito ripreso lo sciopero della fame, dopo una breve sospensione domenica sera in omaggio alle parole del Papa. Il Ministro Orlando ha dichiarato, in merito alla richiesta di amnistia, che "La praticabilità politica di un provvedimento di clemenza è ardua, per l'amnistia occorrono i due terzi del Parlamento". Manca dunque la fattibilità politica per l'amnistia? A me, intanto, importa che la parola “amnistia” – vietata e condannata – sia alla fine riabilitata. L’articolo 27 della Costituzione sulla riabilitazione del condannato vale innanzitutto per la parola “amnistia”, di rango costituzionale, ma da molto tempo negata ed esclusa come il peggiore dei criminali. L’amnistia non è “fattibile politicamente” finché le sue ragioni saranno condannate alla clandestinità: nessun confronto televisivo, nessun dibattito pubblico sul perché sì e perché no. I rappresentanti del popolo sono, innanzitutto, cittadini comuni e come la gente comune, se non ne sentono parlare in casa, nella propria famiglia, non ne discutono in parlamento. Il Ministro ha anche aggiunto che "servono interventi strutturali ed è ciò che stiamo facendo". A questo come risponde il Partito radicale?
L’amnistia è l’unica misura strutturale in grado di porre rimedio, “hic et nunc” direbbe Pannella, al cedimento strutturale in corso, a causa della mole di processi pendenti, nella amministrazione della giustizia, in attesa che si facciano le cosiddette riforme strutturali, che non sono realizzabili in tempi brevi. Tant’è che il pacchetto di leggi e referendum Pannella, a partire dalle proposte di superamento della obbligatorietà dell’azione penale, che è la causa prima dell’arretrato giudiziario, è pronto da decenni e nessuno ne ha fatto tesoro in parlamento. Nei giorni precedenti la marcia il Partito e Nessuno Tocchi Caino hanno tentato di richiamare l'attenzione mediatica sul tema delle carceri e dell'ergastolo ostativo. Domenica quasi tutti i tg hanno seguito l'evento. Si tratta di un caso eccezionale? Cosa intendete fare affinché l'agenda mediatica si occupi realmente di giustizia?Abbiamo fatto una conferenza stampa al giorno nei sei giorni precedenti la Marcia. L’ultima era davanti all’Autorità Garante per le Comunicazioni, a cui spetta garantire, non la par condicio partitocratica, ma il diritto dei cittadini a conoscere per farsi un’opinione e poi decidere. Se non fa questo, il regime italiano è quel che è diventato: tecnicamente perfetto, perché pieno e incontrollato. Alla marcia era presente anche Emma Bonino. Qualcuno ha detto 'radicali di nuovi uniti per lo scopo dell'amnistia su cui si è sempre battuto Marco Pannella'. E' così? Non penso che l’unità, anche quella dei radicali, sia un valore di per sé e che l’amnistia sia una specie di armistizio. Quel che vale è l’unione di forze diverse, non l’unità delle forze radicali. E la “stereofonia” tra cattolici e radicali sulla umanizzazione delle carceri e l’amnistia è uno splendido esempio di unione e armonia che spero si rafforzi, anche su altri fronti.

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