IL NATALE DEI RADICALI IN CARCERE LA PRIMA VOLTA SENZA PANNELLA

di Valentina Stella (Il Dubbio 23 dicembre 2016)

Più di cento tra militanti e dirigenti del Partito radicale visiteranno, durante le festività, 40 istituti di pena in tutta Italia, da nord a sud, passando per la Sardegna e la Sicilia. Il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria da anni autorizza infatti gli esponenti radicali - a cui riconosce una profonda lealtà e serietà dei comportamenti - a visitare le carceri e quindi ad incontrarsi sia con i detenuti che con i “detenenti”, cioè con gli agenti della polizia penitenziaria secondo una definizione pannelliana. Proprio questo sarà il primo Natale in carcere senza il leader Pannella, a cui i reclusi, appena lo vedevano fare il suo ingresso nei corridoi tra le celle, dedicavano in coro il ritornello "Marco uno di noi, uno di noi" o gli gridavano "together forever".  In un conferenza stampa tenutasi ieri nella storica sede di Via di Torre Argentina, Rita Bernardini, organizzatrice e anima dell'iniziativa, e che tra le varie tappe sarà il 25 dicembre nel carcere di Regina Coeli e il 31 a mezzanotte in quello di Rebibbia, ha sottolineato che "la nostra presenza radicale, ramificata e radicata laddove lo Stato è in una palese condizione di violazione della legge, rappresenta lo sforzo di non mollare nemmeno di un millimetro affinché il prossimo governo affronti perentoriamente il gravissimo problema dell’illegittimità dell’esecuzione penale - quindi, non solo carcere - e dell’amministrazione della giustizia quando queste non corrispondono – come accade sovente oggi – al dettato costituzionale". Tale iniziativa, a cui prenderanno parte anche Ilaria Cucchi , l'onorevole Nicola Ciraci, e Giuseppe Gulotta, vittima di uno dei più clamorosi errori giudiziari italiani, "è il proseguimento - continua Maurizio Turco, della presidenza del Partito -  della marcia per l'Amnistia che abbiamo tenuta in concomitanza con il Giubileo dei carcerati di Papa Francesco. Quel 6 novembre vi è stata una partecipazione massiccia all’insegna della nonviolenza come ci ha insegnato Marco Pannella nelle lotte per i diritti umani fondamentali: ben 19.056 detenuti dalle carceri di tutta Italia. Abbiamo fotocopiato a colori tutte le lettere, tutte le buste e tutte le firme con i loro nomi e stiamo preparando tre grandi libri che consegneremo al Papa, al Ministro della Giustizia Andrea Orlando e al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella". Presente all'incontro anche il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio: "in Italia il carcere è considerato una discarica della società, è un problema non gestito o gestito male. Purtroppo l'opinione pubblica ritiene inaccettabile e intollerabile il discorso sulle carceri; le notizie ansiogene rappresentano i due terzi di tutte le notizie che riempiono i giornali e le televisioni. Invece è proprio sul fronte delle carceri che si gioca la partita importante per vedere dove va la nostra umanità". Ha concluso Sergio D'Elia, Segretario dell'associazione radicale Nessuno Tocchi Caino: "il carcere non è solo un luogo emblematico dove, come diceva Voltaire, si misura la civiltà di un Paese, è anche un luogo politico, il luogo delle lotte di una vita di Marco Pannella, attraversato, vissuto, abitato da Marco (e Rita è stata la sua coinquilina) come fosse la sua casa, dove vivevano i suoi figli, i suoi fratelli, e quindi se ne è preso cura, come un padre di famiglia si prende cura della sua casa oltre che della sua famiglia di detenuti e detenenti. Anche in questo, continuando a visitarle, cerchiamo di mantenere vive le ‘fissazioni’ di Marco Pannella, tra le quali quella delle carceri che era sempre in cima ai suoi pensieri, sentimenti e azioni”.

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