Carcere di Velletri, la parte vecchia è degradata con pochi operatori per tanti detenuti

di Valentina Stella Il Dubbio 08/03/2017

"Prima la "battitura" alle sbarre e poi applausi e abbracci fraterni, con Marco Pannella sempre presente nei loro cuori": questo il commento a caldo di Rita Bernardini sull'accoglienza ricevuta nel carcere laziale di Velletri dove si è recata a far visita all'intera comunità penitenziaria, insieme ai compagni del Partito Radicale Paola di Folco, Alessandro Gerardi, Maria Laura Turco, Federico Tantillo. Giunta al suo 31esimo giorno di sciopero della fame affinché la riforma dell'ordinamento penitenziario venga stralciata in Senato da quella del processo penale, l'ex deputata radicale, che oggi incontrerà il Ministro della Giustizia Andrea Orlando, ci evidenzia subito i dati sul sovraffollamento a Velletri pari al 144 per cento:  "rispetto ai 411 posti regolamentari, sono reclusi 592 detenuti". La situazione più drammatica si registra nel vecchio padiglione, mentre in quello nuovo, aperto nel 2012, non emergono criticità: "ci sono, ad esempio, docce nelle celle ma soprattutto, in linea con quanto previsto dalla Costituzione, vengono svolte molte attività di studio  e di lavoro. Al contrario nella parte vecchia è emergenza sia dal punto di vista strutturale  che rieducativo". Scendendo nei dettagli, "i detenuti non hanno a disposizione nemmeno i tre metri quadrati di spazio nella cella, le pareti sono vecchie e sporche, i gabinetti sono minuscoli, senza finestra e areazione, e manca l'acqua calda. Inoltre è stato interrotto il servizio di tutoraggio delle università romane verso gli studenti e manca il mediatore culturale per i detenuti stranieri".  Ma c'è una contraddizione che Bernardini vuole denunciare: "nell'ala vecchia vengono ospitati molto spesso detenuti che hanno avuto rapporti disciplinari in altri istituti di pena.  Beh, appunto perché hanno più problemi si pensa che l’amministrazione debba fare uno sforzo maggiore per il loro recupero, e invece non è così. La stragrande maggioranza di loro né lavora né studia e passa la giornata nell’ozio potendo scegliere se praticarlo in cella o nel corridoio di sezione o in squallidi passeggi". Nessun percorso rieducativo? "Basta guardare al numero degli educatori che rispetto ai 6 previsti per tutto l’istituto (già sottostimati con l’apertura del nuovo reparto) sono solo 3. Sotto organico anche la magistratura di sorveglianza ridotta del 50%, gli assistenti sociali e gli psicologi; fa difetto persino quello addetto ai nuovi giunti".  Questa situazione può determinare (e determina) fatti gravissimi come la mancata scarcerazione  perché restano prive di risposta le domande di liberazione anticipata previste per legge".
E, purtroppo, non finisce qui l'elenco dei problemi che affliggono il carcere diretto dalla "brava e presente Maria Donata Iannantuono che con i mezzi a disposizione non è ancora attrezzata per i miracoli", puntualizza Bernardini che conclude dicendo "c'è un reparto di osservazione psichiatrica che però al momento è chiuso, mentre la struttura ospita a volte persone che dovrebbero stare nelle Rems (ndr residenze per l'esecuzione della misura di sicurezza sanitaria) e che invece vengono parcheggiate qui a Velletri anche 40 giorni in attesa di un posto adeguato altrove. Questa è una totale, patente illegalità".

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