Il Dap smentisce le voci sulla chiusura del carcere di Isernia

di Valentina Stella Il Dubbio 3 marzo 2017
È scontro tra i sindacati di polizia penitenziaria sulla possibile chiusura del carcere di Isernia. Da una parte Aldo Di Giacomo, segretario di Spp ( Sindacato Polizia Penitenziaria) che lancia l’allarme per una imminente eliminazione della casa circondariale molisana dalla mappa delle carceri italiani, dall’altra parte Donato Capece, segretario generale del Sappe ( Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria), che smentisce categoricamente la notizia. Secondo i dati del ministero della Giustizia Isernia ospita 54 detenuti, a fronte dei 38 posti regolamentari, e dà lavoro a 35 agenti penitenziari.
Una realtà dai piccoli numeri dunque ma come stanno veramente le cose? Abbiamo interpellato Di Giacomo, a margine di una conferenza stampa che ha convocato dinanzi alla prefettura di Campobasso, per accendere i riflettori sulle difficili condizioni delle carceri molisane; in particolare sull’assenza di un presidio medico h24 nell’istituto di pena di Campobasso, dove sono reclusi una settantina di detenuti con alcol dipendenze, tossico dipendenze e problemi psichiatrici. «Il governo - ha detto a ll Dubbio Di Giacomo - sta attuando un piano di razionalizzazione delle dirigenze in primis, e successivamente dei piccoli uffici che risultano inutili o quantomeno troppo cari. In Molise è stato chiuso il Provveditorato regionale dell’Amministrazione penitenziaria, hanno tolto il dirigente e adesso c’è un unico Provveditorato che raggruppa Abruzzo, Molise e Lazio. Tra le più piccole realtà dell’amministrazione penitenziaria c’è quella di Isernia. Noi, come sindacato, non vogliamo lamentarci a cose fatte, cioè quando il carcere verrà chiuso, ma vogliamo scongiurare questa eventualità». La proposta del Spp è quella di realizzare a Isernia «un centro clinico di eccellenza per alcune malattie. A breve presenteremo un progetto affinché possa diventare un carcere di eccellenza che accoglierà detenuti di tutta Italia con particolari patologie. Le strutture come Isernia se non valorizzate non hanno motivo di esistere. Il prossimo passo è quello di creare un tavolo di lavoro con la Regione che può mettere a disposizione alcuni fondi».
Di tutt’altro avviso Donato Capece secondo il quale si tratta di «solo voci incontrollate».
Anche dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, interpellato da Il Dubbio, arriva una smentita: «Non ci sono previsioni di chiusura della casa circondariale di Isernia».

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