La storia di Gennaro Ciliberto: Io, testimone di giustizia vivo come un latitante


di Valentina Stella (Il Dubbio 21 03 2017)

Lo scorso 9 marzo la Camera dei deputati ha approvato all’unanimità la proposta di legge sulla protezione dei testimoni di giustizia. ll provvedimento passa ora all’esame del Senato. Ma come vive un testimone di giustizia? Il Dubbio ne ha parlato con Gennaro Ciliberto che nel 2010, da responsabile della sicurezza nei cantieri di una ditta - la Carpenfer Roma srl realizzatrice della costruzione e della manutenzione di varie opere autostradali in subappalto per Autostrade per l’Italia spa, decide di denunciare la corruzione nell’aggiudicazione di lavori, infiltrazioni mafiose e anomalie costruttive. A quel punto deve fare uno sciopero della fame di 45 giorni e dormire in macchina per lungo tempo lontano dai familiari per non metterli in pericolo prima che lo Stato lo faccia entrare in un programma di protezione. Da allora diventa testimone di giustizia, da non confondere con collaboratore di giustizia. Oggi ha 44 anni ma da quando ne aveva 37 ha smesso di essere un uomo libero, vive in una località segreta, sotto il controllo del Servizio Centrale di Protezione del ministero dell’Interno, ha minima libertà di movimento, non ha un lavoro.

Com'era la sua vita prima di denunciare e com'è oggi? Qual è la sua giornata tipo? Ero felicissimo, ero un manager, guadagnavo 60000 euro all'anno, ero inserito in uno dei più grandi sistemi di appalti in Italia, ero un uomo di successo, viaggiavo molto e pesavo 20 chili in meno. Lavoravo principalmente in Lombardia e ogni week end rientravo a Napoli con l'aereo per stare con la mia famiglia. Oggi invece sto vivendo l'inferno: ho un nome diverso, sono costretto a mantenere rapporti superficiali con le persone che incontro per evitare che scoprano chi sono, non ho amici, non ho lavoro, la mia è una giornata piatta.  Sono il fantasma di quello che ero prima, perché purtroppo lo Stato non è in grado di ridarti, seppur nelle necessità di protezione, una vita completa come l'avevi prima. Non posso tornare neanche a Napoli per il funerale o il matrimonio di un familiare.
La sua compagna e il suo secondo figlio sono con lei.  Risentono nella quotidianità del programma di protezione? La mia compagna per ragioni di sicurezza non può lavorare, e sempre per lo stesso motivo ho dovuto mettere a mie spese mio figlio in una scuola privata che non è in collegamento con l'anagrafe scolastica nazionale, perché la criminalità ormai ha i mezzi per rintracciarti ovunque. Noi rischiamo la vita anche se andiamo in ospedale per un controllo perché non hanno cambiato i nostri nomi sulla tessera sanitaria. Due volte a settimana devo recarmi dal mio medico di fiducia a 180 km da dove vivo e senza scorta, perché quella vale solo per esempio per andare a testimoniare nei vari processi. Chi dovrebbe, non è in grado di convertire oggi la mia storia passata (titoli di studio, posizione Inps etc) cambiando solo il nome ma facendo rimanere la sostanza delle tappe acquisite durante tutto l'arco della vita.
Oggi il suo problema più grande è la mancanza di lavoro. Ha fatto diversi appelli anche al Ministro Delrio e all'Anac. Ha avuto qualche risposta? Nessuna risposta. Sono anni che chiedo di lavorare anche gratuitamente nel settore degli appalti pubblici ma nessuno mi da una possibilità perché sono considerato il bastian contrario della situazione, che conosce tutto il sistema degli appalti e può far paura, quello che non solo ha denunciato i camorristi ma anche i colletti bianchi che facevano e fanno affari con la criminalità. Il paradosso poi è che ho vinto un concorso con una pubblica amministrazione ma per questioni di sicurezza non mi hanno assegnato al nuovo incarico.
Secondo Lei il crollo del cavalcavia può dipendere dalla collusione tra le ditte e la criminalità e quindi da una conseguenza mala gestione dei lavori? Sì, perché il sistema è malato dalla radice. E io l'ho denunciato già 7 anni fa. Ma i milioni di euro valgono più di qualche vita persa.
Che cosa ne pensa della pdl passata alla Camera? Lo Stato sta muovendo i passi giusti per tutelarvi? Si tratta di una ottima proposta di legge ma il problema è l'applicazione della stessa e mancano i soldi. I Ministeri  - Interno, Sanità, Lavoro, Istruzione - devono collaborare tra loro per ricostruire interamente la nuova vita del testimone.
Rifarebbe quello che ha fatto? Sì, ma non partirei mai per un programma di protezione. Lo Stato deve capire che i testimoni hanno diritti e diritto a una vita dignitosa e non hanno solo il dovere, che noi ci siamo scelti per amore di giustizia, di aiutare lo Stato quando vanno a testimoniare in tribunale.

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