Caso Modena, l'avvocato: una grande montatura


di Valentina Stella pubblicato su Il Dubbio 19 aprile 2017 


" Questo processo nasce da quella che, alla luce della rigorosissima motivazione della sentenza assolutoria della Corte di Appello di Bologna, si è rivelata essere stata una grande montatura": questo è il commento rilasciato al Dubbio sulla sentenza d'appello dall'avvocato Luigi Stortoni, che insieme al collega Massimiliano Iovino, ha difeso la professoressa Modena. Sulla decisione della Procura Generale di ricorrere in Cassazione contro l'assoluzione dichiara che " a questa decisione è ragionevole ritenere non sia stata estranea la pressione della Procura di Modena (che ovviamente non poteva farlo). Non si dimentichi che quella Procura aveva investito molto su questo processo durato tre anni con grande risvolto mediatico dovuto anche alle ripetute altisonanti dichiarazioni circa la fondatezza dell’accusa rese ai giornali dall’allora Procuratore Capo Dr. Zincani, ora in pensione, magistrato abbastanza noto quanto fotogenico, che comparve più volte nei media. Come dire – leggendo la dura bocciatura infertale dalla Corte d’Appello – che l’Accusa, lungi dal rivedere le sue posizioni rivelatesi erronee ...persevera!".  Il professore Stortoni ci tiene a dire però "l'aspetto che mi rattrista veramente è che quando si compiono queste devastazioni, dopo rimangono solo rovine fumanti. Qui si è distrutta la carriera scientifica di una grandissima professionista riconosciuta a livello internazionale e si è depotenziato un reparto - quello di Cardiologia del Policlinico di Modena - che era diventato una eccellenza e un vanto a livello non solo nazionale. Noi siamo un Paese che non si vuole bene. Pur nella gioia umana e nella soddisfazione personale per l'esito dell'appello, purtroppo ciò che più inquieta sono gli immensi danni che sono stati fatti e che potevano essere evitati".  Sul come tutto questo poteva essere scongiurato l'avvocato Stortoni è chiaro: " se gli inquirenti, se la Procura di Modena all'epoca avessero colloquiato con la difesa, invece di barricarsi nel più stretto riserbo, e avessero fatto le indagini a trecentosessanta gradi si sarebbe chiarito l'equivoco fin dall'inizio. L'assoluzione è avvenuta anche a seguito del fatto che la Corte di Appello ha tenuto conto delle dichiarazioni di decine di persone dell’ospedale che abbiamo sentito noi, e che gli accusatori non si erano mai minimamente preoccupati di interrogare. In quel reparto lavorano centinaia di persone ma il PM si ostinava a sentire sempre le stesse: gli accusatori e chi aspirava al posto che la professoressa Modena non gli riconosceva e che poi ha ottenuto".

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