«La Suprema corte deve aver trovato illogico definire Brega Massone un assassino»

di Valentina Stella Il Dubbio 24 giugno 2017

«Irragionevole credere che Brega Massone fosse un assassino» : è chiaro l’avvocato Titta Madia che insieme al legale Luigi Fornari difende Pier Paolo Brega Massone, il chirurgo ex primario della Santa Rita di Milano.
Avvocato Madia si aspettava questa decisione dei Supremi Giudici? Era ottimista?
Quando si va in Cassazione è difficile essere ottimisti. Si ha una speranza, perché bisogna tener conto che in Cassazione l’indice di accoglimento dei ricorsi è del 3 per cento.
Quali sono stati i motivi principali - in sintesi - posti alla base del vostro ricorso?
Sono stati due: Brega Massone era stato condannato per questi interventi chirurgici ritenuti abusivi senza che sia stata fatta mai una perizia.
Una super perizia da voi chiesta
più volte.
Sì, ma ci è stata sempre negata. Il secondo motivo è che ritenere che Brega Massone entrasse in sala operatoria sapendo che era un assassino, e pronto ad uccidere delle persone, era un fatto privo di qualsiasi ragionevolezza.
Adesso in Corte d’Appello si stabilirà se trattasi di omicidio colposo o preterintenzionale?
I giudici dovranno attenersi alle direttive impartite dalla Cassazione. Quindi avranno la possibilità di fare una valutazione piuttosto limitata in base ai principi espressi dalla Suprema corte.
Pur in assenza delle motivazioni, secondo lei si può fin da ora intuire qual è stato l’iter logico- giuridico che i giudici di Cassazione hanno seguito per giungere a questa decisione?
È presto, bisogna attendere le motivazioni che saranno molto importanti.
Quali sono state le anomalie più grandi che hanno contraddistinto i vari gradi di giudizio?
Una campagna mediatica che forse non ha precedenti in Italia, che ha creato un mostro in questa figura di chirurgo che probabilmente era soltanto un chirurgo azzardato, un chirurgo che probabilmente rischiava più degli altri. E intorno a questa figura si è creato il mostro soprattutto attraverso la televisione che ogni anno mandava in onda il processo a Brega Massone, dipingendolo sempre come un mostro.
Si riferisce anche al docu- film
L’infiltrato - Operazione clinica degli orrori, andato in onda su Rai 3 nel 2014?
Si, insieme a tutta la campagna di stampa. Ma Brega Massone non è un mostro, ripeto. Purtroppo, è noto come i mass media si appiattiscano sulla tesi dell’accusa e fanno da megafono alle Procure.
Alla tesi dell’accusa e alla tesi dei consulenti dell’accusa che sono i consulenti di una parte e che non sono mai stati verificati con una perizia super partes.
Invece in sede civile la stessa perizia aveva dato ragione a Brega Massone, anche questa è una anomalia.
Si è purtroppo verificata una serie di gravi anomalie in questo processo, come ho detto prima, a causa di una grossa pressione mediatica e forse anche a causa della magistratura milanese che aveva un desiderio di punire in modo esemplare questo personaggio e questa struttura sanitaria.
Si parla molto di super perizie, penso ad esempio al processo a Massimo Bossetti, riguardo al quale a breve si saprà se verrà concessa. Come mai si è reticenti nel concedere una perizia super partes?
Perché a volte subentra la paura che l’esito della super perizia possa smentire l’accusa, e la tesi che piace alla gente, al senso comune e ai mass media.
In questo contesto si rende necessaria una separazione delle carriere tra giudici e pm, su cui l’Unione della Camere Penali sta raccogliendo le firme?
Questa riforma è indispensabile perché l’Italia è l’unico Paese in Europa nel quale il pubblico ministero veste la stessa maglia del giudice.
Come ha accolto il suo cliente questa decisione?
Il mio cliente è in carcere da ben 8 anni e mezzo, quindi posso raccontatare la reazione della moglie che ha avuto un pianto liberatorio.
Forse in Italia c’è un abuso della carcerazione preventiva.
Ci sono molte cose da riformare ma il nostro è un Paese a parole garantista ma sostanzialmente giustizialista.

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