Premio Goliarda Sapienza: quattro carceri unite dall’arte dello scrivere

di Valentina Stella Il Dubbio 12 10 2017

Riparte in una forma totalmente rinnovata il Premio Goliarda Sapienza, concorso letterario ideato otto anni fa dalla giornalista Antonella Bolelli Ferrera e promosso da InVerso Onlus, DAP - Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e Siae. Due sono le novità più importanti dell’edizione di quest’anno: “eWriting, l’arte dello scrivere”, primo laboratorio di scrittura creativa a distanza per le carceri tenuto da autorevoli scrittori nelle vesti di tutor, che anticipa il Premio Goliarda Sapienza; inoltre, l’annuncio e la premiazione del vincitore del Premio Goliarda Sapienza non si terrà più all’interno di un carcere, ma in un luogo simbolo della cultura come il prossimo Salone Internazionale del Libro di Torino, in programma dal 10 al 14 maggio 2018.
«Possiamo dire che il leitmotiv di questa nuova edizione è “la scrittura nasce dentro ma ti porta fuori» - spiega al Dubbio la curatrice Antonella Bolelli Ferrera. Oggi il Premio Goliarda Sapienza si amplia e si completa, rinnovandosi. La scrittura carceraria esce dalle mura in cui è stata generata e raggiunge il mondo esterno, approdando a una delle più importanti manifestazioni letterarie italiane. Tale progetto richiede molta applicazione, giorno dopo giorno. Accanto al piacere dello scrivere subentra anche la fatica, la responsabilità dell’impegno. Il laboratorio assume dunque una funzione liberatoria, catartica per le persone detenute, aiutandole
a buttare fuori quello che si ha dentro, nei meandri dell’animo». Articolato in 15 lezioni, una ogni settimana, da ottobre 2017 a gennaio 2018, il progetto eWriting - spiega una nota degli organizzatori - si svolge con un collegamento in diretta fra la sede di Roma dell’Università telematica eCampus ( partner dell’iniziativa), presso cui si trovano gli scrittori, e quattro istituti penali: Rebibbia Femminile e Rebibbia Reclusione di Roma, Santa Maria Capua Vetere ( Caserta), Saluzzo, in provincia di Cuneo. All’interno di queste strutture sono state allestite per i detenuti/ aspiranti scrittori apposite aule attrezzate con grande schermo, webcam, impianto audio, microfoni e computer.
Tra gli scrittori che hanno aderito all’iniziativa si avvicendano Romana Petri, Serena Dandini, Antonio Pascale, Paolo Di Paolo, Maria Pia Ammirati, Erri De Luca, Marcello Simoni, Pino Corrias, Andrea Purgatori, Dacia Maraini, Federico Moccia, Gianrico Carofiglio, Massimo Lugli, Nicola Lagioia, Giulio Perrone, Cinzia Tani. «Credo fortemente nelle possibilità taumaturgiche della scrittura – dichiara Dacia Maraini, da sempre madrina del Premio e da quest’anno anche Tutor – L’evoluzione del Premio Goliarda Sapienza con il laboratorio di scrittura, che lo precede, è un passaggio necessario: in questo modo, le detenute e i detenuti, ricchi delle proprie storie di vita e d’azione, apprendono le regole del mestiere dello scrittore, in un percorso che prima prepara e poi accoglie le idee, un terreno fertile per la riflessione e per una narrazione consapevole».
I 60 racconti redatti durante l’attività di laboratorio saranno quelli in concorso al Premio letterario Goliarda Sapienza. La giuria del Premio, composta da scrittori, critici letterari, artisti e – altra novità di quest’anno – da studenti, grandi lettori e ascoltatori radiofonici, decreterà il vincitore fra i 20 racconti ammessi alla finale.
Il primo classificato sarà annun- ciato e premiato nel corso della prossima edizione del Salone del Libro di Torino e, nell’occasione, sarà presentato il libro con i venti racconti finalisti della serie “Racconti dal carcere” ( Giulio Perrone Editore), distribuito nelle librerie. Alla premiazione saranno presenti anche persone detenute e scrittori- tutor che hanno partecipato al progetto.
«Sono orgoglioso di prendere parte a questo laboratorio di scrittura del Premio Goliarda Sapienza, la cui premiazione si terrà quest’anno a Torino – spiega il direttore della manifestazione Nicola Lagioia – Promuovere la lettura nelle carceri, e in generale far sentire la propria presenza negli istituti di detenzione perché la pena sia uno strumento di rieducazione come previsto dalla carta costituzionale, è da sempre nella cultura e nelle corde del Salone. La vicinanza al Premio Goliarda Sapienza si affianca alle altre nostre iniziative legate alle carceri, su cui pure continueremo a lavorare» .

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