«E ora la separazione delle carriere non è più tabù»

Di Valentina Stella Il Dubbio 4 novembre 2017

Oltre 72000 firme raccolte in tutta Italia, più di 60000 quelle certificate e consegnate alla Camera dei Deputati: sono questi i numeri relativi alla proposta di legge di iniziativa popolare  per la separazione delle carriere dei magistrati, promossa dall’Unione delle Camere Penali Italiane. Obiettivo raggiunto a metà, ora bisogna aspettare che se discuta in Parlamento nella prossima legislatura. Per una associazione di penalisti, priva di una struttura dedicata propriamente alla raccolte di firme, come può avvenire all’interno di un partito, non sarà stato facile raggiungere questo risultato: “l’obiettivo è stato centrato per due ordini di ragioni - commenta l’avvocato  Giuseppe Belcastro, Coordinatore nazionale del comitato organizzatore per la separazione delle carriere -.  Abbiamo operato a livello territoriale disponendo dei nostri avamposti in tutto il territorio che sono le Camere Penali, circa 133 in tutta Italia. Il secondo aspetto è che questa riforma ha intercettato un bisogno sentito nella popolazione perché non è stato difficile convincere i cittadini a sottoscrivere. La difficoltà è stata quella di far firmare quante più persone possibile e avere a disposizione gli autenticatori. Se avessimo avuto strutture partitiche organizzate avremmo raccolto sicuramente più firme”. E a proposito di strutture partitiche, una grossa mano l’ha data il Partito Radicale: “non smetterò mai di ringraziarli. Il Partito Radicale ci ha fornito un importante supporto soprattutto dal punto di vista operativo: noi non avevamo neanche una vaga idea di come si facesse a raccogliere le firme. Abbiamo iniziato a capire con loro come realizzare i moduli, come vidimarli, da chi farli autenticare. E poi con le Carovane per la Giustizia, durante le quali hanno raccolto sottoscrizioni nelle carceri, hanno permesso ai detenuti di sentirsi partecipi dell’iniziativa e inoltre hanno dato un importante contributo sotto il profilo quantitativo della forza politica”. La raccolta è riuscita nonostante un parziale silenzio della stampa televisiva: “l’importante è che la magistratura abbia rimesso sul tavolo questa questione con rinnovata serenità. È stato fatto un grosso passo avanti dal punto di vista culturale: il tema non è più tabù”. Come non è più un mistero fare banchetti: “ per noi avvocati raccogliere le firme è stato un modo diverso di portare avanti le nostre tematiche, come facciamo in aula quotidianamente nel pubblico ristretto dei tribunali. Nonostante la faticosa parte burocratica delle certificazioni, è stato entusiasmante per gli avvocati affrontare questa sfida che interessa in primis i cittadini”, conclude Belcastro. 

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