«Halilovic è un mio assistito La difesa è un diritto inviolabile»



Di Valentina Stella Il Dubbio 11 novembre 2017

“Avvocato, gli uomini di merda non si difendono! ”: questo il messaggio apparso su uno striscione lasciato davanti allo studio dell’avvocato Emanuele Fierimonte, legale di Maicon Halilovic, finito in manette insieme a Mario Seferovic, due giovani rom italiani, ma originari della Bosnia, accusati di aver sequestrato e violentato, il 10 maggio scorso, due ragazzine di 14 anni in un boschetto del quartiere romano del Collatino. Lo striscione porta la firma di Azione Frontale che sul web si presenta come “associazione che nasce dall’ idea di un gruppo di ragazzi, stufi di vivere passivamente il fenomeno di una società ormai priva di valori e sani ideali”, con l’obiettivo di combattere i poteri forti, il satanismo e la massoneria, e che sul sito condividono cartelli con su scritto “Nazionalisti sì, razzisti mai. Viva l’Italia fascista”.
L’avvocato non ha alcuna intenzione di abbandonare la difesa di Halilovic e alDubbio racconta: «Non mi tiro indietro e non voglio farlo perché lederei i diritti del mio assistito oltre che quelli della categoria che deve essere rispettata. Sappiamo tutti cosa dice l’articolo 24 della Costituzione – la difesa è un diritto inviolabile -. Per cui un gesto del genere non è una aggressione solo nei confronti di noi avvocati ma anche verso i nostri assistiti e tutti i cittadini. Non si può decidere in che modo difendere e chi difendere». Il gesto non deve rimanere impunito per il legale: «Ho già provveduto a presentare una denuncia, querela per violenza privata alla Digos che è intervenuta sotto il mio studio sequestrando lo striscione, e avvertendomi che si tratta di un atto intimidatorio da non trascurare».
A creare il clima d’odio, secondo Fierimonte, è intervenuta anche la stampa: «Molte testate giornalistiche li trattano come se fossero già colpevoli. Questo tipo di giornalismo mina la posizione degli assistiti. I nostri al momento sono degli indagati. Ai sensi dell’articolo 27 si è colpevoli solo a seguito di una condanna definitiva, dopo il terzo grado di giudizio». Anche perché i due giovani si proclamano innocenti: «Sì, ed è un loro diritto, come è un loro diritto avvalersi della facoltà di non rispondere. Pertanto attendiamo l’esito delle indagini. La partita è ancora aperta. Il problema però è che al di là dello striscione, ci sono stati atteggiamenti simili nei miei confronti anche su Facebook: post sulla mia bacheca o messaggi privati dove mi si dice che sono “vergognoso perché difendo un balordo” e mi si chiede come faccio a difendere “un animale del genere”».
Solidarietà all’avvocato è giunta dalla Camera penale di Roma, tramite il vicepresidente Vincenzo Comi: “La difesa è inviolabile senza se e senza ma. Ogni attentato al difensore è un attacco alla democrazia e un passo indietro nello sviluppo sociale. Noi penalisti romani saremo sempre in prima linea contro ogni aggressione ai diritti di tutti i cittadini senza differenze tra buoni e cattivi”.

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