Le donne in cella vivono in condizioni peggiori

di Valentina Stella Il Dubbio 8 marzo 2018

Giornata internazionale delle donne, anche di quelle detenute. Per accendere una luce sulla loro condizione, l’Ordine degli avvocati di Trento in collaborazione con il Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati ha organizzato una rassegna di eventi di ampio significato scientifico e culturale a favore della cittadinanza per una comune cultura della pena e del superamento delle discriminazioni di genere. In realtà spiega al Dubbio l’avvocato Andrea de Bertolini, presidente dell’Ordine degli avvocati di Trento: «Preferisco parlare di pregiudizio di genere in riferimento alle donne detenute: in una situazione emergenziale generale delle nostre carceri in cui il rispetto della dignità, anche di coloro che hanno commesso i reati più abietti, viene a mancare, le donne si trovano a vivere in una condizione peggiore rispetto a quello dei reclusi, a cui sono riservati maggiori sforzi trattamentali da parte dell’amministrazione penitenziaria. Essendo espressione – prosegue l’avvocato de Bertolini che ha fatto parte anche della Commissione ministeriale che ha lavorato alla riforma dell’ordinamento penitenziario – di una popolazione penitenziaria molto più ridotta rispetto a quella maschile ed essendo state condannate spesso a pene più brevi, le donne detenute, paradossalmente, si trovano ad affrontare una detenzione più difficile: ad esempio o si trovano ristrette in luoghi piccoli all’interno di esigue comunità o volendo andare in carceri più popolati – sono costrette ad essere sradicate dal loro territorio. Molto spesso appartengono a famiglie che non possono permettersi spostamenti per andarle a trovare».

Tra le iniziative di confronto e riflessione c’è il progetto espositivo 7+ 1= 8 LE NOSTRE PRIGIONI: sette artiste Gelsomina Bassetti, Linda Carrara, Alda Failoni,

Elena Fia Fozzer, Annamaria Gelmi, Justyna Kisielewska, Drifters ( Valentina Miorandi+ Sandrine Nicoletta) e un artista - Paolo Facchinelli - hanno deciso di mettere a disposizione gratuitamente alcune opere per una mostra alla Boccanera Gallery, il cui ricavato verrà integralmente devoluto ad associazioni volontarie che si occupano di detenuti e, in particolare, di detenute.

«L’umanità dei trattamenti punitivi si pone come premessa indefettibile per garantire quel fine della pena tanto giusto quanto - per ancora molti - di così difficile condivisione.

Umanità non è indulgenza; non è buonismo; non è impunità; non è retorica né sofismo. È quanto di meglio l’uomo abbia potuto concepire come risposta, senza replicarla, a quel ' male' di cui egli stesso è afflitto. Un male che connota spesso i comportamenti dell’uomo indipendentemente da distinzioni di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali», conclude De Bertolini.

Ieri, intanto, alla Casa Circondariale di Trento e poi al Cinema Vittoria, con ingresso gratuito, è stato proiettato il film “Ombre della Sera”, realizzato grazie all’impegno anche di ex detenuti del carcere romano di Rebibbia. Oggi presso lo spazio archeologico in Piazza Cesare Battisti, alle ore 15: 30, prenderà il via il convegno “Donne e Carcere” con Marta Costantino e Ugo Morelli. Il 29 marzo si chiuderà con la “Conversazione sugli antichi pregiudizi” con Franco Marzatico.

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