Trento, a lezione su Costituzione e immigrazione

di Valentina Stella Il Dubbio 1 marzo 2018

Instaurare un dialogo tra persone libere e non libere permette di cogliere e portare alla luce uno dei rapporti dolenti che da sempre caratterizza la società; consente di non dimenticare che esistono strutture, le carceri, occupate da persone che pensano, riflettono, parlano. Con questo spirito l’associazione Provinciale di Aiuto Sociale ( Apas) e la Facoltà di Giurisprudenza di Trento hanno rinnovato la convenzione che permetterà ad alcuni professori e ricercatori della facoltà di svolgere un programma di lezioni presso la Casa Circondariale Spini di Gardolo. “Oltre i confini” è il titolo di questo nuovo progetto che «vorrebbe diventare - ci racconta Matilde Bellingeri, tra i coordinatori del progetto una consuetudine da ripetersi ogni anno, con l’obiettivo di contribuire al reinserimento attraverso la cultura. Non solo laboratori tecnici e attività, bensì dialogo e riflessione, a proposito delle questioni che riguardano la società tutta, per chi si trova in carcere e chi ne è fuori».

Entusiasti dell’esito ottenuto dalla prima edizione del progetto spiegano gli organizzatori - «per questo nuovo ciclo di incontri abbiamo organizzato due diversi gruppi di dialogo, i quali si confronteranno sul tema della Costituzione e su quello dell’immigrazione. Tema, quest’ultimo, molto caro alla classe di detenuti protagonisti della scorsa edizione. Essere riusciti a suscitare interesse su temi così attuali è motivo di grande soddisfazione e il merito va sicuramente ai docenti che con passione e dedizione hanno creduto nel progetto».

Il ciclo di incontri è iniziato l’ 8 febbraio e proseguirà sino al mese di maggio. Si affronterà e si parlerà del significato di Costituzione, cercando di rendere più concreti gli obiettivi di emancipazione, integrazione e rieducazione della pena, previsti dalla nostra Carta fondamentale, di principio di eguaglianza, di libertà personale,

di lavoro e di libertà religiosa; ma anche di convenzioni internazionali, di religione, lavoro e salute, in riferimenti al più ampio tema dell’immigrazione. Per il professor Giuseppe Sciortino, docente di sociologia presso Università di Trento e autore del libro ' Rebus immigrazione' «fare lezione all’interno del carcere non è sicuramente qualcosa che capita tutti i giorni. È inevitabile chiedersi se quello che si dice sarà di qualche interesse o di qualche utilità per un pubblico così diverso dagli studenti universitari. La mia ( piccola) esperienza mi conferma che tutti gli esseri umani, non importa cosa abbiano fatto nella loro vita precedente, hanno sete di conoscenza e cose da dire».

Aaron Giazzon, direttore Apas ci racconta invece: «“Oltre i confini” non solo nel titolo, il progetto è espressione infatti delle importanti sinergie del territorio trentino, soprattutto se si considera che è sostenuto interamente dal volontariato. Non solo per i detenuti, questo percorso di formazione è utile alla cittadinanza. Perché è importante essere consapevoli del fatto che anche i detenuti hanno diritto di avere spazi di riflessione, non solo scolastici.

Perché il carcere non sia espressione di ozio e mancanza di stimoli».

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