Decriminalizzare la solidarietà e proteggere le vittime d’abusi

di Valentina Stella Il Dubbio 20 aprile 2018

Decriminalizzare la solidarietà, creare passaggi sicuri per i rifugiati, proteggere le vittime di abusi. Sono i tre obiettivi dell’iniziativa dei cittadini europei ( Ice) “Welcoming Europe. Per un’Europa che accoglie”, presentata ieri mattina a Roma, nella sala “Caduti di Nassirya” del Senato, dai rappresentanti delle organizzazioni che la promuovono in Italia, tra cui Radicali Italiani, Fcei, Legambiente, Oxfam, ActionAid, A Buon Diritto, Cild. “Questa iniziativa di partecipazione e democrazia – ha dichiarato Riccardo Magi deputato di + Europa e segretario di Radicali italiani - punta a rendere più chiara ed efficace a livello europeo la normativa sulla gestione dei flussi migratori. Ed è importante anche di fronte al sospetto fondato che il nostro Paese, con quello che avviene con la guardia costiera libica, si stia di fatto rendendo complice di respingimenti: per questo l’Italia ha già subito una condanna dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo”. Presente all’incontro anche Riccardo Gatti di Proactiva Open Arms: ' La nostra nave è stata dissequestrata e sta per tornare in

mare. Il nostro operato si è svolto nel rispetto della cornice legale. Noi sappiamo come soccorrere le persone in mare e sappiamo altrettanto bene che le autorità di Tripoli operano nella violenza”. In particolare, come ha detto la senatrice Emma Bonino, con l’iniziativa, che coinvolge diversi Stati Europei, vogliamo “decriminalizzare la solidarietà”, ossia riformare la direttiva comunitaria che definisce il favoreggiamento dell’ingresso, del transito e del soggiorno illegali; creare passaggi sicuri e ampliare i programmi di sponsorship privata rivolti a rifugiati; proteggere le vittime di abusi e rafforzare i meccanismi di tutela e di denuncia nel caso di abusi, sfruttamento e violazioni dei diritti umani, in particolare nella gestione delle frontiere esterne. L’obiettivo ora è quello di raccogliere un milione di firme in 12 mesi in almeno 7 Paesi membri da consegnare poi alla Commissione Europea, a cui dovrebbe seguire un’audizione pubblica presso il Parlamento europeo. La Commissione adotterà poi una risposta formale in cui illustrerà le eventuali azioni da proporre.

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